Ecco il testo riformattato in paragrafi senza i timecode:
Oggi vi voglio parlare del deep lift e della differenza che c’è rispetto alla mia filosofia di lavoro. Innanzitutto il deep lift, voglio sottolineare, è una tecnica assolutamente standardizzata, eseguita da ottimi chirurghi, molti dei quali anche i miei amici, quindi niente da dire sulla tecnica. Non è la mia filosofia di lavoro e nell’ambito scientifico vi è un dibattito abbastanza importante tra l’esigenza di un deep lift e invece la possibilità di eseguire interventi molto meno invasivi.
Bene, la mia filosofia è proprio quella di avere una minima invasività, ecco perché ho standardizzato la tecnica endoscopica e anche per il collo una tecnica meno invasiva. Il deep lift è un intervento che prevede uno scollamento molto profondo dei tessuti, quindi in piani profondi anatomici. Questo fa sì ovviamente che siano necessarie lunghe cicatrici, i tempi chirurgici sono un pochino più lunghi e i pazienti, a mio avviso, sono esposti a maggiori complicanze.
Questo senza essere bilanciato da un effetto migliore rispetto a un lifting meno invasivo o endoscopico e soprattutto molti lavori ormai dimostrano che non viene nemmeno una differenza in durata nel tempo degli interventi. Quindi personalmente io non eseguo il deep lift, io ritengo un intervento eccessivamente aggressivo senza dare come controparte dei risultati migliori e più duraturi nel tempo.
Il deep lift riguarda prevalentemente il terzo medio e il terzo inferiore del viso, quindi collo e terzo medio e praticamente non ha intervento nella parte superiore. Mentre invece, come sappiamo, la chirurgia endoscopica, la tecnica Mivel che io ho standardizzato e che per me è la tecnica regina nel ringiovanimento del volto, si occupa proprio del terzo superiore e del terzo medio.
Quindi la chirurgia endoscopica può lavorare in questa parte del viso e in questa parte del viso per me è fondamentale il riposizionamento con vettori verticali e anche il ripristino dei volumi e la rigenerazione tissutale attraverso la tecnica Seffiller. Per quanto riguarda poi il collo, non amo anche in questa zona trattare il paziente con trattamenti troppo invasivi, quindi deep lift e per questo ho standardizzato e pubblicato la tecnica NAL che prevede un intervento per il riposizionamento del muscolo platisma in modo mini invasivo utilizzando delle banderelle di politetrafluorene.
Bene, quindi spero di avervi fatto capire quello che io penso della tecnica deep lift, che è un’ottima tecnica, che la eseguono ottimi chirurghi, ma che io non condivido perché non voglio esporre i pazienti a interventi così pesanti ad alto rischio senza dargli dei reali vantaggi. Inoltre con la tecnica endoscopica io posso lavorare nel terzo superiore, posso utilizzare dei vettori verticali, quindi non dei vettori posteriori, vettori verticali antigravitazionali, minime incisioni perché l’endoscopia prevede piccoli tagliettini e per la parte inferiore, quindi collo platisma, la tecnica NAL che prevede anche qui un intervento superficiale, quindi non profondo, ma che garantisce la stabilità grazie a questi legamenti artificiali.